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Conflitto in Ucraina: cosa c’è da sapere

16-06-2022 17:07

Redazione Vox

Conflitto in Ucraina: cosa c’è da sapere

Conflitto in Ucraina: in sintesi il decorso degli eventi passati e una ipotesi interpretativa degli eventi futuri.

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Riassumo con la massima brevità il decorso degli eventi passati e propongo una ipotesi interpretativa degli eventi futuri.

  1. Causa profonda della guerra è la decisione strategica USA di espandere a Est la NATO. L’espansione inizia con l’Amministrazione Clinton, dopo il crollo dell’URSS. George Kennan, Henry Kissinger, John Mearsheimer – per citare soltanto le maggiori personalità USA nel campo delle relazioni internazionali– la ritengono un errore di prima grandezza, foriero di gravi conseguenze.
  2. Il Summit NATO di Bucarest 2008 dichiara che Georgia e Ucraina entreranno nella NATO. Francia e Germania sono contrarie ma cedono alla pressione americana. Ne risulta un compromesso: non viene specificata la data dell’ingresso.
  3. La Russia chiarisce immediatamente che l’ingresso di Georgia e Ucraina nella NATO è inaccettabile. La ragione di fondo è che Georgia e Ucraina nella NATO diventerebbero bastioni militari occidentali alla frontiera russa. Immediatamente dopo il Summit di Bucarest la Russia invade la Georgia per impedire che entri nella NATO. Non è in grado né politicamente né militarmente di fare lo stesso con l’Ucraina.
  4. Nel 2014 gli USA orchestrano un colpo di Stato in Ucraina e vi insediano un governo a loro gradito che inserisce in Costituzione la volontà di associarsi alla NATO.
  5. Nel 2021 gli Stati Uniti e i paesi UE iniziano ad armare seriamente le Forze Armate ucraine.
  6. A fine 2021 la Russia apre una trattativa diplomatica con gli Stati Uniti. Il punto chiave della proposta russa è la firma di un trattato a garanzia che l’Ucraina non entrerà nella NATO. Contro il costume diplomatico, la Russia rende pubblica la bozza di trattato.
  7. Gli Stati Uniti si rifiutano di garantire per iscritto che l’Ucraina non entrerà nella NATO, perché facendolo rinuncerebbero al ruolo di decisore “superiorem non recognoscens” dell’ordine internazionale unipolare, che rivestono da dopo il crollo dell’URSS. Chiariscono immediatamente che NON interverranno militarmente a difesa dell’Ucraina in caso di attacco russo. Una grande potenza nucleare affronta sul campo un’altra grande potenza nucleare solo quando la posta in gioco è un interesse vitale di entrambe. L’Ucraina è un interesse vitale russo, NON è un interesse vitale USA.
  8. Alla conferenza di Monaco, il capo del governo ucraino annuncia che l’Ucraina medita di acquisire armi atomiche tattiche. Le armi atomiche tattiche più piccole possono cancellare dalla faccia della terra una divisione corazzata.
  9. Forse a causa di questo annuncio, la Russia accelera i tempi. Riconosce le Repubbliche del Donbass, invade l’Ucraina. Conduce la guerra nelle modalità più adeguate a risparmiare la vita dei civili, in vista di una riconciliazione/stabilizzazione dell’Ucraina. L’obiettivo strategico russo NON prevede la conquista totale o parziale del paese, ma la sua neutralizzazione, il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass e della Crimea, la smilitarizzazione dell’Ucraina.
  10. Gli USA – più precisamente, l’establishment che ne dirige la politica estera, che è in grado di influenzare pesantemente qualsiasi Amministrazione – decidono di attuare una strategia bellica indiretta, con l’obiettivo di provocare il “regime change” in Russia, e utilizzano come strumento politico i paesi UE, che assumono il ruolo di “NATO politico-economica”.
  11. Vengono decise dagli USA e dai paesi UE importanti sanzioni economiche alla Russia, compreso il congelamento ossia il sequestro degli attivi della Banca Nazionale russa detenuti in paesi occidentali (un atto di guerra).
  12. Vengono altresì decise dai paesi UE draconiane misure che anch’esse risultano in veri e propri atti di guerra: finanziamento UE e invio in Ucraina di sistemi d’arma, non solo difensivi ma offensivi (aerei da combattimento). La distinzione tra sistemi d’arma offensivi e difensivi, che sul campo di battaglia non ha valore alcuno, è invece legalmente rilevante. L’invio di sistemi d’arma difensivi a un paese in guerra non costituisce un atto di guerra contro il suo nemico, l’invio di sistemi d’arma offensivi sì.
  13. Svezia e Finlandia, paesi neutrali confinanti con la Russia, annunciano di prendere in considerazione il proprio ingresso nella NATO.
  14. La Germania annuncia un vasto programma di riarmo.
  15. L’invio di sistemi d’arma all’Ucraina non cambia l’esito del conflitto in Ucraina, perché non muta i rapporti di forza tra i contendenti, fortemente sbilanciati a favore della Russia. È una provocazione rivolta alla Russia. La sfida a reagire ad atti di guerra veri e propri, sapendo che una reazione militare russa contro i paesi UE, che sono anche paesi NATO, causerebbe un conflitto aperto NATO-Russia. L’intento della provocazione è dimostrare l’impotenza russa: “Hai morso un boccone troppo grosso per te”, e così destabilizzare il governo della Federazione russa.
  16. Il governo russo eleva l’allerta nucleare. Si tratta di un caso di “to escalate for de-escalation”. Con l’escalation, si manda un messaggio all’avversario: “Sappiate che siamo disposti ad arrivare fino in fondo, conflitto nucleare compreso. De-escalate o ne subirete le conseguenze”.
  17. Sono annunciati i primi colloqui tra rappresentanti del governo ucraino e del governo russo.
  18. L’operazione “regime change” in Russia fa leva su tutte le faglie di conflitto presenti in Russia, anzitutto sui nazionalismi degli Stati che compongono la Federazione. Lo scenario previsto dai pianificatori è analogo a quello già attuato nella ex-Jugoslavia: guerra civile, frammentazione della Federazione russa, implosione dello Stato federale, nuovi governi diretti da personale politico gradito all’Occidente, e il Presidente federale russo V. Putin, già descritto dai media occidentali come gangster mentalmente squilibrato, come il Presidente jugoslavo Milosevic imputato davanti al Tribunale internazionale dell’Aja.
  19. Da quanto precede risulta molto chiaro che la Russia NON può fare marcia indietro. Se lo fa, il governo si destabilizza e si innesca la seconda fase dell’operazione “regime change”: rivoluzioni colorate negli Stati componenti la Federazione russa. Inoltre, l’Ucraina è l’ultima linea di difesa militare e politica della Federazione russa, che ha le spalle al muro e difende la sua sopravvivenza.
  20. Ricordo che per evitare la presente, pericolosissima situazione, bastava una di queste due cose: a) garantire per iscritto che l’Ucraina non avrebbe aderito alla NATO b) che un solo paese UE proponesse, prima dell’inizio delle ostilità, una revisione del sistema di sicurezza europeo che tenesse conto degli interessi russi, orientata alla neutralizzazione dell’Ucraina.
  21. Prevedo che i colloqui tra Ucraina e Russia non sortiranno risultati. Il governo ucraino è guidato dagli USA. È interesse USA, in vista dell’operazione “regime change”, guadagnare tempo e far salire la pressione sul governo russo.
  22. Il presente atteggiamento dei paesi UE non è nell’interesse di alcuno dei paesi europei, compresi i paesi confinanti con la Russia. Infatti, la Russia NON ha intenzione di espandersi, né in Ucraina, né altrove (non ne ha la capacità politico-militare). La Russia sta difendendo la sua integrità politica e la sua sopravvivenza come Stato unitario.
  23. Il presente atteggiamento dei paesi UE mette a grave rischio tutti i paesi europei. Esso è dettato dagli USA, che così possono fare una politica “short of war” contro la Russia a costo zero. Il costo, economico e politico, lo pagano i popoli europei.
  24. Il presente atteggiamento dei paesi UE fa sospettare che i loro dirigenti non si rendano conto della gravità degli atti che stanno compiendo, né delle loro possibili conseguenze.
  25. Ripeto infatti che la Russia NON può fare marcia indietro, e che i suoi obiettivi non sono espansionistici o imperialistici, ma strettamente difensivi. La Russia li ritiene interessi vitali, che è necessario garantirsi per sopravvivere.
  26. La Russia è una grande potenza nucleare. Nessuno al mondo tranne Dio o il senno di poi sa quali conseguenze potrebbe avere un eventuale successo dell’operazione “regime change” in Russia, perché nessuno può sapere a chi andrebbe il controllo dell’arsenale nucleare russo, o di porzioni di esso, più che sufficienti a provocare distruzioni catastrofiche.
  27. Inoltre, un conclusivo fallimento dell’operazione “regime change” seguente a un suo parziale, temporaneo successo, potrebbe favorire comportamenti disperati e irrazionali della direzione politica russa, che, lo ricordo ancora, sente di stare lottando per la sopravvivenza della Russia.
  28. La decisione tedesca di riarmare, e di inviare in Ucraina armi che uccideranno soldati russi, unita alla presenza in Ucraina di formazioni che si richiamano al nazional-socialismo, non può non richiamare alla mente dei russi quanto è accaduto nella II Guerra Mondiale, quando i tedeschi uccisero 22 milioni di civili russi, e una parte degli ucraini si schierò contro l’URSS al fianco dei nazisti. I russi chiamano la IIGM “Grande Guerra Patriottica”, ne celebrano solennemente il ricordo, si riuniscono intorno ad esso. Patriottismo e nazionalismo sono una forza molto potente, in Russia. Le emozioni che essi suscitano quando si ritenga in pericolo la sopravvivenza della nazione possono travolgere la razionalità.
  29. Molto importante: d’ora in poi, è assolutamente necessario prendere alla lettera, e credere dalla prima parola all’ultima, i moniti e le minacce ufficiali rivolti all’Occidente dalla dirigenza russa. Il centro direttivo politico russo, infatti, non solo non ha alcuna ragione di mentire o di minacciare a vuoto, ma ha l’assoluta necessità di essere chiaro, sincero e coerente nelle proprie dichiarazioni ufficiali rivolte all’occidente. È infatti questo l’unico strumento a sua disposizione per controllare razionalmente il decorso degli eventi, ed evitare che essi sfuggano di mano e precipitino nella catastrofe. Pensare che la direzione russa stia bluffando è la ricetta per il disastro.
  30. È molto importante, per chi condividesse questa lettura degli eventi, far giungere, come può, ai parlamentari italiani, il proprio preoccupato dissenso per l’atteggiamento del nostro governo e della UE. Si rammenti che solo il Parlamento può decidere legittimamente atti di guerra, e che l’art. 11 della Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questa in corso è una controversia internazionale, che può comporsi rapidamente garantendo la neutralità ucraina.
  31. Per concludere, ricordiamo che un atteggiamento aggressivo e intransigente, e, peggio, la collaborazione all’operazione “regime change” in Russia, può gettare nel baratro l’Ucraina. L’esito militare del conflitto, stanti le forze in campo e l’impossibilità russa di fare marcia indietro, è predeterminato. L’unico effetto reale dell’aggressività intransigente potrebbe essere un aumento della pressione militare russa, al fine di concludere rapidamente le operazioni. Questo implicherebbe l’adozione di uno stile bellico molto più violento, e un aumento vertiginoso di caduti civili. Se poi gli eventi sfuggissero di mano, e dessero luogo a uno scontro diretto NATO-Russia, un atteggiamento aggressivo e intransigente potrebbe gettare nel baratro anche le nazioni europee.
  32. Molte persone assistono allo svolgersi di questa vicenda come se fosse una serie TV. Non è una serie TV, è la realtà. Non siamo a Disneyland, non siamo nel Paese delle Meraviglie. Non siamo bambini: non è vero che Papà USA, che è tanto forte e tanto giusto, ci protegge e saprà far sì che tutto finisca nel migliore dei modi. Cerchiamo di essere adulti responsabili. Risolta questa crisi, discuteremo di nuovo dei valori, dei modelli di società, delle ragioni e dei torti: che sono molto importanti. Però, prima di discutere dei valori e dei modelli di società bisogna saper vivere, e sopravvivere.

di Roberto Buffagni (L'antidiplomatico)