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L’ascensore si è guastato: i rinnegatori delle politiche keynesiane

16-06-2020 18:17

Redazione Vox

L’ascensore si è guastato: i rinnegatori delle politiche keynesiane

Coloro che nel dopoguerra delle politiche keynesiane, si sono avvalsi di scuole gratuite, oggi si sono trasformati nei cani da guardia delle élite finanziarie.

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L’ascensore si è guastato: e si è fermato ai piani alti. Coloro che nel dopoguerra delle politiche keynesiane, si sono avvalsi di scuole gratuite in ogni ordine e grado, oggi si sono trasformati nei cani da guardia delle élite economico-finanziarie.

 

Alcuni di loro, assurti a ruoli di primo piano anche per capacità, si sono dimenticati che, senza lo sforzo collettivo di mantenerli agli studi, non avrebbero mai avuto quei posti che pensano di essersi meritati solo con i loro sforzi.

 

Il radicale rifiuto delle proprie origini politiche
Si atteggiano a uomini di sinistra e parlano di meritocrazia, non solo nascondendo sotto la polvere un radicale rifiuto delle proprie origini che sa di tradimento, ma lavorando affinché i giovani non possano intaccare il loro vantaggio e quelli dei loro figli. Di che meritocrazia si può parlare quando loro stessi hanno chiuso gli occhi, se non addirittura perpetrato, la distruzione della scuola, obbligando, per chi appena se lo può permettere, a investire migliaia di euro ogni anno nella formazione dei figli? Sono passati con facilità dall’altra parte della barricata: diventati professori universitari, hanno dimenticato in fretta l’etica dei loro insegnanti, sì severi ma anche impegnati nel formare le menti alla equità e alla giustizia; e le loro menti formate, ma evidentemente non il loro cuore, si sono messe al servizio di padroni ben paganti. Diventati politici con la promessa di servire il popolo e la nazione, hanno alienato lo spirito dei padri fondatori a chiunque in grado di garantirgli un futuro economicamente brillante.

 

La classe politica che ha privatizzato i sogni delle future generazioni
Con la scusa della corruttela hanno privatizzato tutti i sacrifici delle passate generazione e i sogni delle future. Con la scusa della corruzione, hanno creato una burocrazia dei controlli, nella quale ogni onesto rimane imbrigliato mentre il disonesto può muoversi a proprio vantaggio. E tutto questo impedisce, anche ai capaci, di progredire. Ci vogliono convincere che se oggi stiamo scivolando verso il baratro, la colpa è del popolo che ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità; e quali sarebbero, secondo lor signori che di queste possibilità si sono avvantaggiati per uscire dal rango di popolo, per trasfigurarsi in guardie degli interessi delle élite finanziarie globalizzate, i diritti del popolo? Grufolare e basta? Il popolo non ha diritto alla formazione di un pensiero libero, a un’esistenza degna? Non ha diritto a una elevazione dello spirito? Deve solo competere come le belve per strapparsi l’un l’altro un tozzo di dignità per sé e i propri figli?

 

Loro hanno i soldi, noi il numero e la forza della verità
Siamo tornati al circo, con le belve, i vari top manager e politici senza coscienza, che sbranano i cristiani, il popolo. E mentre sbranano, temono che il popolo si svegli e allora gli impediscono anche di manifestare la protesta. Ogni evento viene strumentalizzato o creato per convincere la gente che ci vuole più sicurezza e che questa non passa dalle relazioni sane tra le persone, ma da un controllo asfissiante che porterà i più deboli alla rassegnazione e i più forti alla rivolta. Faranno di tutto per vincere: loro hanno i soldi, noi abbiamo il numero e la forza della verità.