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Vaccinazioni Covid: le verità nascoste

13-08-2022 21:08

Redazione Vox

Vaccinazioni Covid: le verità nascoste

Basandosi sui principali studi scientifici, il prof. Frajese spiega in maniera chiara i dati su efficacia vaccinale e sulle possibili conseguenze mediche.

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Tratto dalla relazione alla Camera dei Deputati del 24 maggio 2022 del Prof. Giovanni Frajese, attualmente candidato con Italexit di Gianluigi Paragone.

 

C’è qualcosa di scientifico nell’attenersi ad abitudini che l’esperienza ha dimostrato fallimentari, ignorando nello stesso tempo la quasi totalità degli studi scientifici pubblicati, specie durante l’ultimo anno?

Evidentemente no.

Sarebbe finalmente ora che queste evidenze scientifiche venissero prese in considerazione da parte delle istituzioni, per orientare le nuove politiche della salute e ridare un minimo di giustizia a tutta la storia delle vaccinazioni, del green pass e di altri abomini di cui siamo stati testimoni.

 

Siamo partiti da dichiarazioni delle stesse case farmaceutiche, secondo le quali i vaccini erano in grado di fornire una protezione dall'infezione del 95%. E questo è stato il primo equivoco. Perché quel 95% non era un valore assoluto ma relativo al placebo. E in realtà il valore di efficacia assoluto di questa vaccinazione dopo 2 mesi di una sperimentazione forzata, che probabilmente neanche la Germania nazista avrebbe fatto, era già dello 0,84%: dati di Peter Doshi pubblicati su Lancet.

Oggi però abbiamo dei dati che sono molto più chiari e facilmente esponibili.

 
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Fig. 1

https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S0140-6736%2822%2900089-7

 

Questo è uno studio pubblicato su Lancet sull'intera popolazione svedese. Ci mostra l'efficacia della protezione del vaccino nel tempo. Il grafico indica l'andamento della protezione offerto da 2 dosi di vaccino a 6 mesi. Praticamente rileviamo che la protezione si riduce a zero tra il 7° e l’8° mese. Dal 9° mese la protezione diventa negativa. Cosa significa? Questo è un dato che non si è mai verificato nella storia di qualunque vaccino precedente agli attuali sieri genici sperimentali a mRNA.

 

Protezione negativa significa che le persone vaccinate si ammalano e si infettano più di quelle che non sono state vaccinate. In altre parole, i vaccini ottengono l'effetto diametralmente opposto a quello atteso.

Già solo questo fatto sarebbe sufficiente a mettere in discussione tutta la politica vaccinale perseguita dal nostro governo.

 

Ma c'è di peggio: perché si infettano più le persone vaccinate di quelle non vaccinate?

Significa che si è verificata un'alterazione del sistema immunitario. Il sistema immunitario è quella protezione naturale che ci consente di difenderci dalle malattie in generale, dai virus, dai batteri, dai tumori. Una perdita di efficacia del nostro sistema immunitario si riflette in un aumento dell'esposizione e dell'avanzamento di numerose patologie. Per questa ragione questo dato non andrebbe ignorato, ma guardato con estrema attenzione, per capire se sia verificato un danno, si spera temporaneo, a carico delle persone che si sono vaccinate.

 

Di certo, proporre nuove vaccinazioni non migliorerà la situazione, perché ora è noto il meccanismo per cui la vaccinazione, dopo un temporaneo aumento della cosiddetta “protezione” dall'infezione, ne genera una riduzione, esattamente come accaduto con le prime 2 dosi.

 

In questo studio pubblicato dal British Medical Journal of Medicine:

 
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Fig. 2

https://www.nejm.org/doi/suppl/10.1056/NEJMoa2114114/suppl_file/nejmoa2114114_appendix.pdf

https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2114114

 

Vediamo, nell’ultima colonna, che dopo i 4 mesi l’efficacia del vaccino diventa negativa, fino a raggiungere un -83% dal 7° mese. Significa che le persone vaccinate si ammalano quasi il doppio dei non vaccinati. Qui la pubblicazione dei dati di sperimentazione dopo il 7° mese si è interrotta perché sarebbe diventato ulteriormente negativo e di difficilmente pubblicazione per ragioni sociali facilmente comprensibili.

 

Uno studio pubblicato su Nature arriva alle stesse conclusioni. In figura vediamo l'andamento della protezione rispetto alle varianti delta e omicron. Come vediamo, soprattutto rispetto alla omicron, la percentuale di protezione si attesta intorno al 5%. E ricordiamo che normalmente un vaccino è considerato efficace se la protezione nel tempo è assicurata al di sopra del 50%. Dunque questi valori di protezione sono ridicoli.

 
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Fig. 3

https://www.nature.com/articles/s41591-022-01753-y

 

Un’ulteriore pubblicazione fa vedere la stessa cosa: l'andamento della protezione con Pfizer e Moderna. Con il passare del tempo, tra i 91 giorni e 150 giorni, l'efficacia diventa negativa: -90% nel primo caso e -40% nel secondo caso.  Quindi si riscontra una coerenza di risultati in una serie di lavori indipendenti che certificano il fenomeno del decadimento della protezione. 

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Fig. 4

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.20.21267966v2.full.pdf

 

Abbiamo anche uno studio italiano, nel quale ben 25 ricercatori certificano la perdita di efficacia del sistema immunitario nel prevenire questa infezione.

Lo ripetiamo: una perdita di efficacia del sistema immunitario indebolisce la protezione da questo tipo di infezione, ma anche da tutte le altre patologie. In particolare nella popolazione ad alto rischio, cioè quelli che sono stati obbligati a vaccinarsi, si arriva almeno al -50% intorno all'ottavo mese.

Sarebbe il caso che questi dati fossero esaminati con attenzione dal ministro della salute e dal CTS, con un'adeguata riflessione sulle conseguenze. Perché potrebbe significare mettere a rischio l'intera popolazione vaccinata per tutte le altre patologie.

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Fig. 5
 

Proseguiamo con i dati ufficiali inglesi. Purtroppo i dati ufficiali italiani non sono disponibili, dato che sono stati secretati oppure vengono proposti in maniera assolutamente “particolare”. Inutile ricordare che subito dopo le dichiarazioni di Draghi (se non ti vaccini muori e fai morire altre persone), il ministro Speranza presentò dei grafici che riportavano statistiche assolutamente false. Già questo imbroglio, in un paese civile, avrebbe causato le immediate dimissioni dello stesso ministro, ma evidentemente per il "governo dei migliori" era tutto regolare.

 

Dalle tabelle riportate e nelle fasce di età evidenziate, i numeri sono chiari: i tassi di infezione delle persone vaccinate con 2 dosi sono circa il doppio rispetto alle persone non vaccinate, mentre i tassi di infezione delle persone vaccinate con 3 dosi sono 4 volte maggiori rispetto alle persone non vaccinate.

 
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Fig. 6

https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1036047/Vaccine_surveillance_report_-_week_47.pdf

 

https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1063023/Vaccine-surveillance-report-week-12.pdf

 

Sono stati completamente ignorati le necessità e i bisogni dei bambini. Da questo studio pubblicato su Jama Pediatrics, si vede che il 25% presenta sintomi di depressione clinicamente elevati. E 1 su 5 di sintomi di ansia clinicamente sostenuti. Ciò è dovuto alla violenta paura ripetuta nel tempo e ai meccanismi di coercizione ai quali i ragazzi sono stati sottoposti. Stiamo quindi creando una generazione di persone impaurite e con problemi di tipo psicologico. Ci chiediamo come saranno in età adulta.

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Fig. 7

https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/fullarticle/2782796

 

Su Nature, Scientific Reports a ha dimostrato che sotto i 40 anni di età si è verificato un aumento del 25% degli accessi al pronto soccorso per infarti e patologie cardiovascolari, in coincidenza esatta con la vaccinazione somministrata. Quindi il dato pubblicato è incontrovertibile e qualcuno al ministero della salute dovrebbe prendere atto che c'è una scienza che progredisce a livello internazionale, che pubblica e che è il caso di studiare, piuttosto di continuare con i diktat privi di base scientifica, dicendo “io credo nella scienza”.

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Fig. 8

https://www.nature.com/articles/s41598-022-10928-z

 

E arriviamo, forse, al dato più pericoloso. Come sappiamo le case farmaceutiche non hanno fatto gli studi di genotossicità e cancerogenicità, cioè per verificare se il DNA viene alterato, oppure se queste sostanze sono in grado di provocare il cancro o un aumento della sua incidenza.

 

Il primo studio ad essere pubblicato, ha dimostrato ciò che alcuni medici ritenevano impossibile, cioè che l’RNA si possa retro-trascrivere sul DNA, quindi entrare a far parte del nostro genoma in maniera permanente e trasmissibile alle generazioni future. Questo meccanismo non solo è possibile, ma oggi ne abbiamo la dimostrazione.

 
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Fig. 9
 

Ancora una volta invitiamo il ministero della salute a fare studi approfonditi, perché in questo caso si tratterebbe di danni che non riguardano solamente le persone vaccinate, ma che potrebbero essere trasmessi per generazioni.

 

Sempre su Nature è stato pubblicato un altro studio comparativo tra persone vaccinate e non vaccinate.

Chi è vaccinato sviluppa le IgG, che sono le difese circolanti all'interno del corpo. Le persone che fanno invece la malattia, sviluppano oltre alle IgG anche le IgA, che sono le immunoglobuline presenti sulla mucosa, il che significa che le persone con le IgA presenti, non possono infettare le altre persone perché il virus non si può replicare a livello della faringe e del naso, quindi i guariti non possono infettare, i tri-vaccinati possono infettare.

 
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Fig. 10

https://www.nature.com/articles/s41385-022-00511-0

 

Ancora una volta, se parliamo di scienza, l’invito è di utilizzare i dati disponibili, anziché nasconderli, e nello stesso tempo fare uso della logica, dato che quanto accaduto negli ultimi 2 anni è semplicemente vergognoso.

 

Prof. Giovanni Frajese, relazione alla Camera dei Deputati del 24 maggio 2022