“Democrazia: Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione all’esercizio del potere pubblico” (diz. Treccani)
Siamo certi di vivere in un Paese democratico? E se non fosse così?
Il Memorandum Powell
La crisi e la disinformazione
Benché le cause della crisi in atto vengano sistematicamente ignorate o volutamente distorte nei dibattiti televisivi (ricordate questo concetto, che sarà uno dei punti-chiave del Memorandum), ciò che è successo in Europa è ormai noto a buona parte degli italiani: le maggiori banche europee, in collegamento con quelle americane, hanno accumulato debiti colossali prima e durante la crisi, per via della finanza ombra e del denaro che hanno privatamente creato dal nulla e utilizzato per concedere crediti senza avere in bilancio i relativi fondi.
Da questi comportamenti irresponsabili è derivata una serie di conseguenze che vanno dal prosciugamento dei bilanci statali, per salvare le banche in difficoltà (i profitti restano privati, le perdite diventano pubbliche!), alle politiche di austerità, presentate come sicuri antidoti alla crisi, ma che in realtà l’hanno aggravata e prolungata.
È quindi legittimo chiedersi come una simile concatenazione di decisioni e di eventi sia stata possibile, se non a causa di una colossale serie di errori commessa dai governi Ue. In realtà i governanti europei sapevano e sanno benissimo che le loro politiche stanno generando recessioni di lunga durata. Ma il compito che è stato affidato loro dalla classe dominante è quello di proseguire con ogni mezzo nella redistribuzione del reddito, della ricchezza e del potere politico dal basso verso l’alto; strategia mondialista e anti-democratica in atto da circa quarant’anni.
Come smantellare le democrazie
Tale processo è guidato a livello Ue da un ristretto numero di persone, spesso non elette, che stanno progressivamente minando e destabilizzando la democrazia nei Paesi dell’Eurozona. In questo strisciante “colpo di stato” i media giocano un ruolo fondamentale, minacciando il crollo dell’euro, il default del Paese e dell’intera economia europea. Queste infondate minacce, riproposte quotidianamente da TV e stampa, inducono i cittadini a chinare il capo ai diktat dell’Europa, dato che non vengono fatte intravedere alternative possibili. Purtroppo non ci resta che ammettere che in questo momento l’ideologia del totalitarismo neoliberale sta imperando, a cominciare dall’ambito della politica, della cultura, delle idee e dell’informazione.
Istruttivo a questo proposito è il caso del Memorandum Powell. Lewis F. Powell, avvocato e giudice della Corte suprema americana, nel 1971 inviò un memorandum confidenziale al presidente della Camera di Commercio Usa per contrastare quello che definiva l’attacco al sistema della libera impresa. Oggi sarebbe compiaciuto nel vedere come le sue proposte siano state applicate con successo, oltre che negli Usa, in tutta la Ue.
Il Memorandum Powell
Nel 1971, gli imprenditori americani dell’era Nixon, capitanati da Eugene Sydnor, presidente del Comitato Educazione della Camera di Commercio Usa, ebbero l’idea di contattare un avvocato, Lewis Powell, che sedeva come legale nei consigli di amministrazione di undici aziende, uomo di grande cultura e acuto pensiero, e gli affidarono il compito di iniziare il processo per fermare la Storia.
Il memorandum scritto da Powell è datato 23 agosto 1971, due mesi prima della sua nomina da parte del presidente Nixon alla Corte suprema degli Stati Uniti. Undici pagine, scritte in un linguaggio semplice; una comunicazione comprensibile da chiunque. Perché essere compresi, significa vincere.
Il Memorandum spiega come organizzare l’offensiva delle Corporation americane (e poi mondiali) contro il nascente sistema economico-sociale che stava drenando capitali dai ricchi verso il ceto medio e le classi lavoratrici. Un’offensiva che si proponeva di cambiare gli stili di vita, tramite la manipolazione dell’informazione, con il degrado intellettuale di massa, stimolando tutte le componenti regressive dell’individuo. Il tutto promuovendo le idee del libero mercato, della privatizzazione, della fine degli Stati, della globalizzazione, della sostituzione della democrazia con concetti più liberisti.
Storia del memorandum Powell
In realtà il Memorandum redatto da Powell rimase riservato per molto tempo. Fu pubblicamente divulgato da Jack Anderson, un editorialista sindacale liberale, che accese l’interesse nel documento quando lo citò, un anno dopo l’insediamento di Powell alla Corte Suprema, come motivazione per dubitare della sua obiettività giudiziaria, mettendo a fuoco i suoi sforzi di indebolire il processo democratico. Secondo Anderson, “Powell potrebbe usare la sua posizione alla Corte Suprema per realizzare le idee espresse nel memorandum (...) allo scopo di favorire interessi commerciali”.
Il Memorandum ha certamente influenzato un certo numero di giudizi espressi dalla Corte presieduta da Powell. Esemplare resta il caso First National Bank of Boston vs Bellotti, che impresse un cambio in direzione "imprenditoriale" dell'interpretazione del Primo Emendamento della Costituzione Usa: di fatto dichiarando che l'influenza delle elezioni politiche da parte di aziende ed imprese per via economica deve essere permessa con lo stesso vigore con cui viene difesa l'espressione politica individuale.
Benché il Memorandum non rappresentasse l’unico documento in favore delle corporazioni, la Camera di Commercio e i lobbisti hanno incluso i consigli di Powell nei loro piani di azione e hanno iniziato la costruzione di una formidabile serie di strutture, note come Think Tanks, progettate per pilotare l’informazione ai cittadini americani nel corso degli anni successivi. Il promemoria ha influenzato e ispirato la creazione della Heritage Foundation [1], del Manhattan Institute [2], del Cato Institute [3], del Citizens for a Sound Economy [4], della Accuracy in Academe e di altre potenti organizzazioni dedicate alla propaganda e al controllo dell’informazione.
(AP Photo/Charles Tasnadi)
Il controllo dell’informazione
Lewis Powell, già nel 1971, ben comprese l’importanza del controllo dell’informazione, quando scrisse: “C'è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale.” La parola “ideologica” qui è la chiave di lettura, volendo dire che se le lobby economiche ambivano a (ri)conquistare il mondo, a sottomettere la politica, cioè a divenire il vero Potere, si dovevano diffondere idee in grado di scalzare ogni altro sistema di vita.
E fu proprio da queste sue parole che nacquero i primi Think Tanks che abbiamo citato. La loro strategia era semplice: raccogliere denaro da donatori facoltosi, raccogliere nelle università i cervelli più brillanti, pomparli di sapere a senso unico, di attestati prestigiosi, e immetterli nel sistema di comando della società infiltrandolo tutto.
Per darvi un’idea dell’impatto che queste Think Tanks sono riuscite ad avere, consideriamo che nel solo campo del Libero Mercato, cioè dell’idea economica del vero Potere, ve ne sono oggi 336, insediate oltre che nei Paesi ricchi anche in nazioni strategiche come l’Argentina e il Brasile, l’Est Europa, l’Africa, l’India, la Cina, le ex repubbliche sovietiche dell’Asia, oltre che in Italia (Adam Smith Soc., CMSS, ICER, Ist. Bruno Leoni, Acton Ist.). Alcune organizzazioni hanno nomi discutibili, come Minimal Government, The Boss, o Philanthropy Roundtable; una delle più note e aggressive è l’Adam Smith Institute di Londra, che ostenta un’arroganza di potere tale da vantare come proprio motto “Solo ieri le nostre idee erano considerate sulla soglia della follia. Oggi stanno sulle soglie dei Parlamenti.”
Ancora una volta dobbiamo constatare che la politica è la marionetta, o, al meglio, è il braccio esecutivo del vero Potere. Ma chi è questo Potere? Come scrive Paolo Barnard “Oggi quello che vi appare come il Potere - dalle multinazionali alle guerre economiche, la P2, le mafie, il mostro mediatico commerciale, la Casta politica e le altre Caste, le lobby dell’attacco alle Costituzioni, l’impero dei consumi – non lo è. Il Potere è la cupola dei mandanti di allora e di oggi, quella è l’origine di tutto”.
La strategia di Powell
Già nei primi paragrafi del Memorandum si dichiara che era in atto una persecuzione ai danni degli imprenditori, delle Corporation e dei super ricchi. Quel che bisognava fare era usare la supremazia economica per salvaguardare la “libertà” (come la chiamava Powell), ossia il potere. Il denaro per contrattaccare non mancava. Un chiaro invito al mondo economico a usare il proprio controllo delle risorse per lanciare un’imponente offensiva contro l’ondata di democratizzazione degli anni ‘70.
Sul fronte liberal-internazionale la reazione fu pressoché identica. La Commissione Trilaterale, gruppo di studio – think tank – in apparenza non governativo e apolitico, fondato nel 1973 per iniziativa di David Rockefeller e composto da internazionalisti liberali di Europa, Giappone e USA, [5] ha redatto nel 1975 un rapporto dal titolo “La crisi della democrazia”. Dal rapporto emerge che anche costoro erano terrorizzati dalle spinte democratiche di quel periodo e vollero reagire. Settori fino a quel momento inermi e sottomessi della popolazione – donne, giovani, anziani, operai – cominciavano a mobilitarsi e a impegnarsi nella lotta politica. A giudizio dei trilateralisti, ciò avrebbe esposto il sistema a pressioni eccessive che non sarebbe stato in grado di sopportare. Quella gente doveva dunque ritornare nell’inerzia ed essere depoliticizzata. Temevano si generasse un “eccesso di democrazia”. Bisognava dunque ricercare una “moderazione in democrazia” e proposero addirittura delle iniziative concrete per ripristinare un più efficace indottrinamento, con il proposito di controllare la stampa, le università, di riportare il popolo alla passività e all’apatia e di sviluppare il “giusto” modello di società. Purtroppo, tutto ciò è oggi ben visibile nella deriva individuale consumistica.
Di seguito è riportata la traduzione del Memorandum integrale. Eccone alcuni punti salienti.
- Pericolo incombente per l’oligarchia finanziaria: "vorrebbero distruggere l'intero sistema, sia politico sia economico.”
- Dove intervenire: “Le voci più inquietanti che si uniscono al coro dei critici vengono da elementi perfettamente rispettabili della società: dai campus universitari, dal pulpito, dai media, dalle riviste intellettuali e di letteratura, dalle arti, dalle scienze e dai politici.”
- Le stesse corporation devono cambiare: “...il sistema dell'impresa tollera, se non proprio partecipa, alla sua stessa distruzione.”
- Come difendersi (cioè aggredire): "Se il nostro sistema deve sopravvivere, i vertici devono essere altrettanto attenti a tutelare e a preservare il sistema stesso. [...] designare un vice presidente esecutivo la cui responsabilità è di neutralizzare l'attacco al sistema delle imprese. [...] Il suo budget ed il suo staff dovranno essere adeguati allo scopo."
- Fare network: “La forza sta nell'organizzazione, in coerenza con l'azione per un indefinito periodo di anni, in un grado di finanziamento disponibile solo con uno sforzo congiunto, e in un potere politico disponibile solo attraverso un'azione unitaria e una organizzazione nazionale.”
- TV e stampa: “Il network televisivo nazionale dovrebbe essere monitorato nella stessa maniera dei libri di testo e dovrebbe essere tenuto sotto costante sorveglianza. (…) Le edicole, negli aeroporti, nei supermercati ed ovunque, sono piene di tascabili e pamphlet che sostengono di tutto (…) Nessuno ne può trovare di attraenti e ben scritti dalla nostra parte.”
- Avanti tutta: “Non ci dovrebbe essere la minima esitazione a fare pressione vigorosamente in tutte le arene politiche per sostenere il sistema d'impresa. Né ci dovrebbe essere riluttanza a penalizzare politicamente quelli che vi si oppongono.”
- L’importanza del budget: “Il tipo di programma descritto sopra (che include un'ampia combinazione di educazione di base e di azione politica) richiederebbe il più generoso sostegno finanziario delle aziende americane mai ricevuto.”
Il memorandum Powell in pratica
Il Memorandum Powell, e ciò che ne è seguito, è la reazione alla spinta civilizzatrice degli anni ’60-‘70. E proprio a partire dagli anni ’70, l’oligarchia finanziaria ha lanciato un’imponente offensiva, mirata e coordinata, per contrastare le iniziative egualitarie che si stavano sviluppando.
Nel volgere di alcuni decenni le dettagliate proposte del Memorandum sono state messe in pratica negli Usa e in Europa, facendo registrare uno straordinario successo. I think tanks neoliberali sono passati da poche decine ad alcune centinaia. Le modeste somme in dollari o euro investite in campagne di lobbying per ottenere dai Parlamenti leggi favorevoli al mercato, alla libera impresa, alla privatizzazione di tutti i beni comuni sono diventati miliardi l’anno. E nella stessa misura sono aumentati i contributi versati ai candidati “idonei” al momento delle elezioni.
Nello stesso momento sono invece cominciati i tagli ai budget scolastici, perché la strategia liberista ha previsto che bisogna colpire l'istruzione, la scuola, la formazione, l'università, con lo scopo di produrre schiavi ideali. Infatti lo schiavo ideale è quello che non sa, che è schiavo senza saperlo, è quello che manca della cultura, che non ha coscienza di sé. Lo schiavo ideale è necessariamente incolto, è colui il quale non si può formare, e quindi non ha coscienza dello stato di oppressione in cui vive, né dell'esigenza della propria liberazione. Ecco perché il sistema liberista coltiva strutturalmente l'ignoranza di massa e la descolarizzazione.
(Documento originale prelevato dal sito “EPIC economia per i cittadini”, a cui sono state apportate numerose correzioni.
Le note nel testo sono di Powell)
Memorandum Confidenziale: Attacco al Sistema Americano di Libera Impresa
DATA: 23 Agosto 1971
A: Sig. Eugene B. Sydnor, Jr., Chairman, Education Committee, U.S. Chamber of Commerce
FROM: Lewis F. Powell, Jr.
Questo memorandum è sottoposto su vostra richiesta come base per la discussione del 24 Agosto con il Sig. Booth (vicepresidente esecutivo) e altri alla Camera di Commercio degli Stati Uniti. Lo scopo è di identificare il problema e suggerire possibili percorsi di intervento per ulteriori considerazioni.
Dimensioni dell'Attacco
Nessuna persona ragionevole può mettere in discussione che il sistema economico americano sia sotto un ampio attacco [6]. Questo varia per portata, intensità, per tecniche impiegate e per livello di visibilità.
Ci sono sempre stati alcuni che si sono opposti al Sistema Americano ed hanno preferito quello socialista o qualche altra forma di ordinamento (comunismo o fascismo). Inoltre ci sono sempre stati i critici del sistema, le cui critiche sono state sane e costruttive in quanto l'obiettivo era migliorare piuttosto che sovvertire o distruggere.
Ma quello che ora ci riguarda è del tutto nuovo nella storia dell'America. Non si tratta di attacchi sporadici o isolati di relativamente pochi estremisti o anche della minoranza dei socialisti falliti. Piuttosto l'assalto al sistema di impresa è ampio e perseguito con coerenza. Sta guadagnando slancio ed è persuasivo.
Origini dell'Attacco
Le origini sono varie e diffuse. Esse includono, non inaspettatamente, i Comunisti, la Nuova Sinistra e altri vari rivoluzionari che vorrebbero distruggere l'intero sistema, sia politico che economico. Questi estremisti della sinistra sono molto più numerosi, meglio finanziati e sempre meglio accolti ed incoraggiati da altri elementi della società, come mai prima nella nostra storia. Ma rimangono una piccola minoranza, e non sono la principale causa di preoccupazione.
Le più inquietanti voci che si uniscono al coro dei critici vengono da elementi perfettamente rispettabili della società: dalle università, dalla propaganda, dai media, dalle riviste intellettuali e di letteratura, dalle arti, dalle scienze e dai politici. Nella maggior parte di questi gruppi, il movimento contro il sistema è partecipato solo da minoranze. Eppure questi sono spesso i meglio articolati, i più accesi e i più prolifici nello scrivere e nel parlare.
Inoltre molti dei media, per vari motivi e con differenti modalità, o volontariamente accordano una pubblicità unica a questi “attaccanti”, o almeno permette loro di sfruttare i media per i loro scopi. Questo è vero specialmente per la televisione, che ora gioca un ruolo predominante nella formazione del pensiero, delle attitudini e delle emozioni della nostra gente.
Uno dei paradossi più sconcertanti del nostro tempo è la misura in cui il sistema dell'impresa tollera, se non proprio partecipa, alla sua stessa distruzione. Le Università, dai cui molte critiche vengono emanate, sono finanziati da (i) fondi generati in larga parte dal mondo degli affari americano e (ii) contributi dei fondi di capitali controllati o generati dallo stesso business americano. I Consigli di amministrazione delle nostre università sono prevalentemente composti da uomini e donne che sono leader nel sistema.
La maggior parte dei media, incluso il sistema delle TV nazionali, sono posseduti e teoricamente controllati da aziende le quali dipendono dai profitti e dal sistema d'impresa per sopravvivere.
Tono dell’Attacco
Questo memorandum non è il luogo per documentare in dettaglio il tono, il carattere o l'intensità dell'attacco. Le seguenti citazioni saranno sufficienti a dare un'idea generale:
William Kunstler, accolto caldamente nelle università e riconosciuto in un recente sondaggio come il “più ammirato avvocato americano” incita la platea con queste parole:
“Voi dovete imparare a combattere nelle strade, a ribellarvi, a sparare con le pistole. Impareremo a fare tutte quelle cose di cui i padroni hanno paura”. [7] I nuovi personaggi della sinistra che recepiscono i consigli di Kunstler stanno iniziando ad agire, non solo contro gli uffici di reclutamento militare e contro le fabbriche di munizioni, ma contro una varietà di affari: “Dal Febbraio 1970, le filiali (della Bank of America) sono state attaccate 39 volte, 22 volte con dispositivi esplosivi e 17 con bombe incendiarie o da piromani [8].” Anche se i portavoce dei nuovi personaggi della sinistra stanno avendo successo nel radicalizzare migliaia di giovani, la più grande causa di preoccupazione sta nell'ostilità di riformatori e liberali rispettabili. È la somma totale dei loro punti di vista e della loro influenza che potrebbe fatalmente indebolire o distruggere il sistema.
Una descrizione agghiacciante di ciò che viene insegnato in molte delle nostre università è stata descritta da Stewart Alsop:
“Yale, come ogni altro college, sta laureando decine di giovani brillanti che stanno praticando le “politiche della disperazione”. Questi giovani uomini disprezzano il sistema politico ed economico americano... (le loro) menti sembrano essere completamente chiuse. Loro ragionano, non attraverso discussioni razionali, ma per slogan irrazionali". [9] Un recente sondaggio in 12 università rappresentative ha riportato che: “Almeno la metà degli studenti è a favore della socializzazione delle industrie di base degli Stati Uniti. [10]”
Un professore in visita al Rockford College dall'Inghilterra ha tenuto una serie di conferenze intitolate “La Guerra Ideologica Contro la Società Occidentale”, nella quale egli documenta in che misura i membri della comunità intellettuale stanno conducendo una guerra ideologica contro le imprese e contro i valori della società occidentale. In una prefazione a queste conferenze, il famoso Dr Milton Friedman di Chicago avvertì: “E' cristallino che le fondamenta della nostra libera società siano sotto un forte attacco ad ampio raggio, non dai Comunisti o altre cospirazioni, ma da persone fuorviate che ripetono a pappagallo ed involontariamente servono a fini che non vorrebbero intenzionalmente promuovere.” [11]
Forse il più efficace antagonista del mondo degli affari americano è Ralph Nader, che, largamente grazie ai media, è diventato una leggenda del suo tempo e un idolo per milioni di Americani. Un recente articolo di Fortune descrive Nader con queste parole:
“La passione che lo guida, ed egli è un uomo appassionato, ha lo scopo di voler sfasciare del tutto il bersaglio del suo odio, ossia il potere delle aziende. Egli pensa, e lo dice senza mezzi termini, che i dirigenti aziendali devono andare in prigione per aver defraudato i consumatori con merci scadenti, avvelenato il cibo con additivi chimici e aver volontariamente costruito prodotti non sicuri che potrebbero mutilare o uccidere gli acquirenti. Sottolinea inoltre come non stia parlando solo di inaffidabili imbonitori ma del top management di aziende di prim'ordine. [12]
Un assalto frontale è stato fatto al nostro governo, al nostro sistema di giustizia e alla libera impresa dal Professor Charles Reich di Yale nel suo libro largamente pubblicizzato: “The Greening of America” pubblicato nello scorso inverno.
I precedenti riferimenti illustrano l'ampio, infuocato attacco al sistema stesso. Ci sono innumerevoli precedenti di questi colpi che minano la fiducia e confondono il pubblico. Gli obiettivi preferiti sono le proposte di incentivi fiscali attraverso variazioni dei tassi d'ammortamento e i crediti d'investimento. Queste sono di solito descritte dai media come “agevolazioni fiscali”, “scappatoie” o “benefici fiscali” a favore del business. Come evidenziato da un editorialista del Post, queste misure saranno a beneficio “solo dei ricchi e delle grandi aziende.” [13]
L’apatia e le deficienze del Business
Qual è stata la risposta del business a questo massiccio assalto ai suoi fondamenti economici, alla sua filosofia, al suo diritto di continuare a gestire i suoi affari e quindi alla sua integrità?
La dolorosa triste verità è che il business, inclusi i consigli di amministrazione e i maggiori dirigenti di grandi e piccole compagnie e organizzazioni a tutti i livelli, spesso hanno risposto, se non del tutto, con la riappacificazione, con l'inettitudine e ignorando il problema. Ci sono certo molte eccezioni a questa radicale generalizzazione. Ma l'effetto netto di queste risposte è stato di fatto scarsamente visibile.
In tutta franchezza, deve essere riconosciuto che gli imprenditori non sono stati addestrati o attrezzati per condurre questa guerriglia con chi fa propaganda contro il sistema, cercando insidiosamente e costantemente di sabotarlo. Il ruolo tradizionale dei dirigenti è stato quello di gestire, di produrre, di vendere, di creare lavoro, di fare profitti, di migliorare lo standard di vita, di essere guide della comunità, di servire nei consigli degli istituti di carità ed educativi, ed in generale di essere buoni cittadini. Questi (individui) hanno portato avanti i loro compiti molto bene.
Ma hanno mostrato scarsa attitudine nei confronti dei loro critici, e scarse abilità in efficaci dibattiti intellettuali e filosofici.
Un editoriale recentemente apparso sul Wall Street Journal era intitolato: “Un appunto alla GM: Perché non controbattere?” [14] Anche se indirizzato alla GM, l'articolo era un avvertimento a tutte le aziende americane. L'editorialista St. John scriveva:
“La General Motors, come tutte le aziende americane in generale, è “chiaramente nei guai” perché ad una chiara esposizione del proprio punto di vista è stato sostituito un bromuro intellettuale.” Il Sig. St. John ha quindi commentato la tendenza dei leader d'affari a scendere a compromessi e a placare le critiche. Egli cita le concessioni che Nader ha ottenuto dal management, e parla di “visione fallace che molti imprenditori hanno verso i loro critici.” Egli traccia un parallelo con la tattica errata di molti rettori delle università: “I rettori hanno imparato troppo tardi che la pacificazione serve a distruggere la libertà di parola, la libertà accademica e le genuine borse di studio. Una concessione fatta dai direttori di un’università può solo portare ad una situazione peggiore, la quale presto si rivelerà una resa senza condizioni.”
Non è necessario essere pienamente d'accordo con il Sig. St. John. Ma la maggior parte degli osservatori concorderà che l'essenza del suo messaggio è il tono. Il business americano è “chiaramente nei guai”; la risposta all'ampio ventaglio di critiche è stata inefficace, ed ha incluso la pacificazione; è venuto il momento, anzi era atteso da tempo, per la saggezza, per l'ingegno e per le risorse del business americano di essere radunate contro quelli che vorrebbero distruggerlo.
Responsabilità dei Dirigenti Aziendali
Che cosa dovrebbe essere specificatamente fatto? La prima cosa essenziale, un prerequisito ad ogni azione efficace, è per gli imprenditori considerare questo problema come una responsabilità primaria della gestione aziendale.
La necessità primaria è per gli imprenditori riconoscere che il fine ultimo potrebbe essere la sopravvivenza, sopravvivenza di quello che noi chiamiamo libero sistema d'impresa, e tutto quello che questo significa per la forza e per la prosperità dell'America e la libertà del suo popolo.
È da molto passato il tempo quando un amministratore delegato di una azienda maggiore si liberava delle sue responsabilità mantenendo una soddisfacente crescita dei profitti, tenendo debitamente conto delle responsabilità pubbliche e sociali dell'azienda. Se il nostro sistema deve sopravvivere, i vertici devono essere altrettanto attenti a tutelare e a preservare il sistema stesso. Questo comporta molto di più che una accresciuta enfasi sulle “relazioni pubbliche” o negli “affari governativi”, due aree nelle quali le aziende hanno da tempo investito somme importanti.
Un significativo primo passo per le singole aziende potrebbe essere il designare un vice presidente esecutivo (con più poteri degli altri vice) la cui responsabilità è di neutralizzare, sul fronte più ampio, l'attacco al sistema delle imprese. Il dipartimento delle relazioni pubbliche potrebbe essere uno dei compiti fondanti assegnati a questo dirigente, ma le sue responsabilità dovrebbero comprendere alcuni tipi di attività riportati oltre nel rapporto. Il suo budget ed il suo staff dovranno essere adeguati allo scopo.
Il Possibile Ruolo della Camera di Commercio
Ma le attività indipendenti e non coordinate delle singole aziende, per quanto importanti esse siano, non saranno sufficienti. La forza sta nell'organizzazione, in un'attenta pianificazione di lungo periodo e un'attuazione, in coerenza con l'azione per un indefinito periodo di anni, in un grado di finanziamento disponibile solo con uno sforzo congiunto, e in un potere politico disponibile solo attraverso un'azione unitaria e una organizzazione nazionale.
Inoltre vi è una comprensibile riluttanza da parte di ogni azienda nell'andare troppo lontano e rendersi visibile come bersaglio.
Il ruolo della Camera di Commercio è quindi fondamentale. Altre organizzazioni nazionali (specialmente quelle di vari gruppi industriali e di commercio) dovrebbero unirsi nello sforzo, ma nessun'altra organizzazione appare essere così ben posizionata come la Camera (di Commercio). Essa unisce una posizione strategica con un'ottima reputazione e un sostegno su larga base. Inoltre, e questo è un valore incommensurabile, ci sono centinaia di Camere di Commercio locali che possono giocare un ruolo fondamentale di sostegno.
È appena necessario dire che prima di intraprendere un qualsiasi programma, la Camera dovrebbe studiare ed analizzare le possibili linee d'azione e di attività, pesando i rischi contro le probabilità di efficacia e di fattibilità. Considerazioni dei costi, l'assicurazione del sostegno finanziario e di altro tipo da parte dei membri, adeguatezza dello staff e problemi similari richiederanno le considerazioni più premurose.
L’Università
L'assalto al sistema imprenditoriale non è montato nell'arco di pochi mesi. Si è gradualmente evoluto durante le scorse due decadi, appena percettibile nelle sue origini e ha beneficiato (sic) di una gradualità che ha determinato una scarsa consapevolezza e molta meno reazione reale.
Anche se le origini, le fonti e le cause sono complesse ed interdipendenti, e ovviamente difficili da identificare senza una attenta analisi, c'è ragione di credere che l’università sia l’origine più dinamica. Le facoltà di scienze sociali solitamente includono membri che sono insensibili al sistema imprenditoriale. Possono andare da Herbert Marcuse, marxista membro della Università della California a San Diego e convinto socialista, all'ambivalente critico liberale che trova molto di più da condannare che da lodare. Questi membri delle facoltà non necessitano di essere in maggioranza. Sono spesso delle persone attraenti e magnetiche; sono insegnanti stimolanti, e la loro contestazione attira gli studenti che li seguono; sono scrittori prolifici e docenti; sono autori di molti dei libri di testo ed esercitano un'enorme influenza, molto maggiore del loro numero, sui loro colleghi e nel mondo accademico.
Le facoltà di scienze sociali (il sociologo, l'economista, il politologo e molti storici) tendono ad essere liberamente orientate, anche quando non sono presenti estremisti di sinistra. Questa non è una critica di per sé, in quanto la necessità di un pensiero liberale è essenziale per un punto di vista bilanciato. La difficoltà è che il “bilanciato” brilla per la sua assenza in molte università, con pochi membri di orientamento conservatore o convincimenti moderati e, anche quei relativamente pochi, spesso sono meno articolati ed aggressivi dei loro colleghi di crociata.
La situazione, che va avanti da molti anni con lo squilibrio in peggioramento, ha avuto un enorme impatto su milioni di giovani studenti americani. In un articolo sul settimanale Barron's, cercando una risposta al perché così tanti giovani sono disillusi al punto di diventare rivoluzionari, si dice: “perché gli è stato insegnato così.” [15] o, come ha fatto notare l'editorialista Stewart Alsop, scrivendo della sua università: “Yale, come ogni altro college maggiore, sta laureando decine di giovani brillanti... che disprezzano il sistema politico ed economico americano.”
Poiché questi “giovani brillanti”, dalle università di tutto il paese, cercano opportunità per cambiare un sistema del quale gli è stato insegnato di diffidare, se non proprio di “disprezzare”, essi cercano impiego nei centri di reale potere ed influenza nel nostro paese, nello specifico: (i) nei media d'informazione, specialmente nella televisione; (ii) nel governo, come uomini dello staff e consulenti a vari livelli; (iii) nella politica elettiva; (iv) come docenti e scrittori, e (v) nelle facoltà a vari livelli di educazione.
Molti entrano nel sistema delle imprese, nel business e nelle professioni, e per la maggior parte scoprono velocemente la falsità di quello che gli è stato insegnato. Ma quelli che schivano la corrente principale del sistema spesso rimangono in posizioni chiave di influenza dove possono formare l'opinione pubblica e spesso dare forma all'azione del governo. In molti casi questi “intellettuali” finiscono in agenzie di regolamentazione o dipartimenti del governo con grande autorità sul sistema delle imprese in cui non credono.
Se l'analisi precedente è approssimativamente corretta, una delle priorità delle operazioni del business, e delle organizzazioni come la Camera (di Commercio), è di aggredire l'origine di queste ostilità nelle università. Poche cose sono più santificate nella vita americana della libertà accademica. Sarebbe fatale attaccare questo principio. Ma se la libertà accademica consiste nel ritenere le qualità di “apertura”, “equità” ed “equilibrio”, che sono essenziali per il suo significato intellettuale, c'è una grande opportunità per un'azione costruttiva. La spinta di questa azione deve essere di ripristinare le qualità sopra menzionate nel mondo accademico.
Cosa si può fare per le Università
La responsabilità ultima per l'integrità intellettuale nelle università deve rimanere nelle amministrazioni e nelle facoltà dei nostri college e delle nostre atenei. Ma organizzazioni come la Camera (di Commercio) possono assistere e attivare cambiamenti costruttivi in molti modi, inclusi i seguenti:
Staff di Studiosi
La Camera dovrebbe considerare la creazione di uno staff di studiosi altamente qualificati nelle scienze sociali che credono nel sistema. Dovrebbe includere molti studiosi di fama nazionale la cui autorità sarebbe ampiamente rispettata, anche quando in disaccordo.
Staff di Oratori
Ci dovrebbe essere inoltre uno staff di oratori della massima competenza. Questo potrebbe includere gli studiosi e certamente quelli che parlano per la Camera (di Commercio) dovrebbero articolare il prodotto degli studiosi.
Ufficio degli Oratori
In aggiunta al personale standard, la Camera (di Commercio) dovrebbe avere un Ufficio degli Oratori, il quale dovrebbe includere gli avvocati più abili ed efficienti dal vertice del business americano.
Valutazione dei libri di testo
Lo Staff degli Studiosi (o preferibilmente un gruppo di studiosi indipendenti) dovrebbe valutare i libri di testo delle scienze sociali, specialmente quelli di economia, di scienze politiche e di sociologia. Questo dovrebbe diventare un programma persistente.
L'oggetto di questa valutazione dovrebbe essere orientato verso il ripristino del bilanciamento essenziale per la genuina libertà accademica. Questo includerebbe l'assicurazione di un trattamento equo e di fatto del nostro sistema di governo e del sistema d'impresa, dei suoi successi, della sua relazione base per i diritti e le libertà individuali, e la comparazione con i sistemi del socialismo, del fascismo e del comunismo. La maggior parte dei libri di testo esistenti hanno una qualche sorta di comparazione, ma molti in maniera superficiale, parziale e non equa.
Abbiamo visto il movimento per i diritti civili insistere nella riscrittura di molti libri di testo nelle nostre università e nelle nostre scuole. I sindacati, nella stessa maniera, insistono che i libri siano equi dal punto di vista dei lavoratori organizzati. Altri gruppi di cittadini interessati non hanno esitato a recensire, analizzare e criticare i libri e il materiale scolastico. In una società democratica, questo può essere un processo costruttivo e dovrebbe essere considerato come un aiuto ad una genuina libertà accademica e non come un’intrusione in essa.
Se gli autori, gli editori e gli utilizzatori dei libri di testo sanno che saranno soggetti, onestamente, equamente e in maniera approfondita, ad una recensione e ad una critica da eminenti studiosi che credono nel sistema americano, ci si può attendere un ritorno ad un bilanciamento più razionale.
Par Condicio nelle Università
La Camera (di Commercio) dovrebbe insistere su di una uguale divisione del tempo nel gruppo degli oratori dei college. L'FBI pubblica ogni anno una lista dei discorsi tenuti nei college da comunisti dichiarati. Nel 1970 il numero ha superato i 100. Ci sono state, certamente, molte centinaia di apparizioni dei personaggi di sinistra e degli ultra liberali che sollecitano i punti di vista indicati precedentemente nel rapporto. Non c'è stata una corrispondente rappresentazione del mondo degli affari americano, o di individui o organizzazioni che sono apparse a sostegno del sistema di governo e di business americano.
Ogni università ha i suoi gruppi formali ed informali che invitano degli oratori. Ogni facoltà di legge fa la stessa cosa. Molti college ed università sponsorizzano ufficialmente programmi di lezioni e conferenze. Noi tutti sappiamo dell'inadeguatezza della rappresentazione del business americano.
Si dirà che pochi inviti vengono offerti agli oratori della Camera (di Commercio) [16]. Questo indubbiamente sarebbe vero a meno che la Camera (di Commercio) non perseveri aggressivamente sul diritto di essere ascoltata, in effetti, insistendo su una “divisione equa del tempo”. Le amministrazioni delle università e la grande maggioranza dei gruppi studenteschi e dei comitati non sarebbero viste di buon occhio essendo messe nella posizione di rifiutare pubblicamente un forum con diverse vedute, in quanto questa è la classica scusa per permettere ai comunisti di parlare.
I due ingredienti essenziali sono: (i) avere oratori attraenti, articolati e ben informati; e (ii) esercitare un certo grado di pressione, sia pubblica sia privata, potrebbe essere necessario per assicurare le opportunità di parlare. L'oggetto deve essere sempre l'informare e chiarire e non semplicemente propagandare.
Bilanciamento delle Facoltà
Forse il fondamentale problema è lo squilibrio delle facoltà. Correggere questo è davvero un progetto difficile ed a lungo termine. Eppure deve essere intrapreso come una parte del programma complessivo. Questo significherebbe sollecitare la necessità per un bilanciamento delle facoltà sugli amministratori universitari e sui consigli di fondazione.
I metodi da impiegare richiedono una particolare attenzione, e le ovvie insidie devono essere evitate. Una pressione impropria sarebbe controproducente. Ma i concetti basilari di bilanciamento, equità e verità difficilmente incontreranno resistenza, se presentati ai consigli di fondazioni, per mezzo di scritti e discorsi, e con appelli alle associazioni e ai gruppi di ex allievi.
Questa è una lunga strada e non per i deboli di cuore. Ma se perseguita con integrità e convinzione essa potrebbe portare ad un rafforzamento sia della libertà accademica sia dei valori che hanno fatto dell'America la società più produttiva di tutte.
Scuole di Specializzazione nel Business
La Camera (di Commercio) dovrebbe godere di un particolare rapporto con le scuole di specializzazione nel business. Molto di quello che è stato suggerito sopra si applica a queste.
Non dovrebbe la Camera (di Commercio) anche richiedere corsi specifici in queste scuole che trattino l'intero ambito del problema individuato in questa relazione? Questo è ora un addestramento essenziale per i dirigenti del futuro.
Istruzione Secondaria
Mentre la prima priorità dovrebbe essere a livello dei college, le tendenze di cui sopra sono sempre più evidenti nelle scuole superiori. Programmi d'azione, su misura per le scuole superiori e simili a quelli menzionati, dovrebbero essere presi in considerazione. L'attuazione potrebbe divenire un importante programma per le locali camere di commercio, anche se il controllo e la direzione, specialmente il controllo qualità, sarebbe mantenuto dalla Camera Nazionale.
Cosa Si Può Fare per il Pubblico?
Raggiungere i campus e le scuole secondarie è fondamentale per il lungo periodo. Raggiungere il pubblico generale potrebbe essere più importante nel più breve periodo. La prima premessa è quella di decretare gli staff di eminenti professori, scrittori e oratori, che produrranno le riflessioni, le analisi, gli scritti e i discorsi. Sarà essenziale avere personale che sia profondamente familiare con i media e su come comunicare efficientemente con il pubblico. Tra i mezzi più evidenti troviamo i seguenti:
Televisione
Il network televisivo nazionale dovrebbe essere monitorato nella stessa maniera dei libri di testo e dovrebbe essere tenuto sotto costante sorveglianza. Ciò vale non solo per i “cosiddetti” programmi educativi (come “Selling of the Pentagon”), ma alle “news analysis” giornaliere, le quali spesso includono il più insidioso tipo di critica al sistema d'impresa [17]. Sia che questa critica risulti dall'ostilità o da un'ignoranza economica, il risultato è la graduale erosione della fiducia nel “business” e nella libera impresa.
Questo monitoraggio, per essere efficace, richiederebbe un esame costante dei testi di adeguati campioni di programmi. I reclami, ai media e alla Commissione Federale per le Comunicazioni, dovranno essere fatti prontamente e vigorosamente qualora i programmi siano sleali o inaccurati. Allo stesso tempo dovrebbe essere richiesto quando appropriato. Lo sforzo dovrebbe essere fatto per vedere che i programmi del tipo forum (The Today Show, Meet the Press) abbiano almeno le stesse opportunità per i sostenitori del sistema americano di partecipare a questi programmi quanto per quelli che lo attaccano.
Altri Media
Anche la radio e la stampa sono importanti, e ogni mezzo a disposizione dovrebbe essere impiegato per sfidare e rifiutare attacchi sleali, così come presentare i casi affermativi attraverso questi media.
Le Riviste Accademiche
Le pubblicazioni sono particolarmente importanti per la “facoltà degli studiosi” della Camera (di Commercio). Una delle chiavi per il successo dei membri di sinistra e liberali delle facoltà, è stata la loro passione per la “pubblicazione” e per le “lezioni”. Una passione simile deve esistere tra gli studiosi della Camera (di Commercio).
Incentivi potranno essere ideati per indurre a pubblicare un maggior numero di studiosi indipendenti che credono nel sistema.
Ci dovrà essere un flusso abbastanza costante di articoli degli studiosi presentati su una vasta scelta di riviste e periodici, passando dalle riviste popolari (Life, Look, Reader's Digest, etc.) a quelle intellettuali (Atlantic, Harper's, Saturday Review, New York, etc.) [18], a varie riviste professionali.
Libri, Opuscoli e Tascabili
Le edicole, negli aeroporti, nei supermercati ed ovunque, sono piene di tascabili e pamphlet che sostengono di tutto, dalla rivoluzione all'amore libero. Nessuno ne può trovare di attraenti e ben scritti dalla “nostro parte.” Sarà difficile contendere l'attenzione dei lettori con un Eldridge Cleaver o anche con un Charles Reich, ma non di meno lo sforzo deve essere fatto, su una scala abbastanza larga e con un'appropriata immaginazione per assicurarci un qualche successo, altrimenti questa opportunità per educare il pubblico sarà irrimediabilmente persa.
Annunci a Pagamento
Il business paga centinaia di milioni di dollari ai media per la pubblicità. La maggior parte di questi sostiene specifici prodotti; molti sostengono un'immagine istituzionale; e alcune frazione di questi sostengono il sistema. Ma quest'ultimo è stato più o meno secondario ed è stato raramente parte di uno sforzo continuo ed importante per informare ed illuminare il popolo americano.
Se il business americano devolvesse solo il 10% della sua spesa annuale per questo scopo generale, essa sarebbe una spesa strategica.
L’Arena Politica Dimenticata
Nell'analisi finale, il profitto è ciò che il governo realizza. Il business è stato il capro espiatorio preferito di molti politici per molti anni. Ma la misura di quanto il gioco sia andato oltre si capisce meglio nelle visioni contro il business che vengono ora espresse da molti candidati per la Presidenza degli Stati Uniti.
Eppure, come ogni uomo d'affari sa, pochi elementi della società americana, oggi, hanno così poca influenza sul governo come il business, le corporation, o anche i milioni di azionisti delle stesse corporation. Se qualcuno ne dubitasse, fategli intraprendere il ruolo di “lobbista” a favore del punto di vista prima che i comitati del Congresso si riuniscano. La stessa situazione si ha nelle aule legislative della maggior parte degli stati e città. Oggi non si esagera dicendo che, in termini di influenza politica con il rispetto del corso della funzione legislativa e governativa, i dirigenti del business americano siano veramente gli “uomini dimenticati”.
Esempi attuali di impotenza del business, a del quasi disprezzo con cui il punto di vista degli imprenditori viene visto, sono le fughe precipitose dei politici per sostenere quasi tutte gli atti legislativi in relazione al “consumismo” o all' “ambiente”.
I politici riflettono quello che credono essere il punto di vista maggioritario dei cittadini. È quindi evidente che la maggior parte dei politici si sta rendendo conto che il giudizio che il pubblico ha per gli imprenditori e per il loro punto di vista è di scarsa solidarietà.
Il programma educativo sopra suggerito sarebbe designato ad illuminare il pensiero pubblico, non tanto sul ruolo dell'imprenditore singolo, quanto sul sistema che egli amministra e che provvede per le merci, i servizi e il lavoro dal quale il paese dipende.
Ma non si possono più rimandare azioni politiche dirette, mentre si aspetta un graduale cambiamento dell'opinione pubblica da effettuarsi attraverso l'educazione e l'informazione. Il business deve imparare la lezione, tanto tempo fa appresa dai lavoratori e da altri gruppi d'interesse. Questa è la necessaria lezione che il potere politico deve essere assiduamente (sic) coltivare; e che quando necessario, esso deve essere usato aggressivamente e con determinazione, senza quell'imbarazzo e senza quella riluttanza che sono state così caratteristiche del business americano.
Per quanto possa risultare sgradito alla Camera (di Commercio), essa dovrebbe considerare l'assunzione di un maggior e più vigoroso ruolo nell'arena politica.
Opportunità Trascurate nelle Corti (tribunali)
Il business americano e il sistema d'impresa sono stati battuti tanto nelle Corti quanto dai rami legislativo ed esecutivo del governo. Sotto il nostro sistema costituzionale, specialmente con una Corte Suprema favorevole agli attivisti, il giudizio potrebbe essere il più importante strumento di cambiamento sociale, politico ed economico.
Le altre organizzazioni e gli altri gruppi, riconosciuto questo, sono state molto astute nello sfruttare le azioni giuridiche sul business americano. Forse i più attivi sfruttatori del sistema giudiziario sono stati i gruppi politici che vanno dai “liberali” alla sinistra estrema.
L'Unione Americana per le Libertà Civili ne è un esempio. Essa intraprende o interviene in decine di casi ogni anno, e fa mettere in fila fascicoli da amici della Corte Suprema in un numero di casi durante ogni seduta di quella Corte. I sindacati, i gruppi per i diritti civili ed ora le imprese di interesse pubblico sono estremamente attive nell'area giuridica. Il loro successo, spesso a spese del business, non è stato irrilevante.
Questa è una vasta area di opportunità per la Camera (di Commercio), se vorrà intraprendere il suo ruolo di oratore per conto del business americano e se, in cambio, il business ha la volontà a finanziarla.
Affinché vengano rispettati gli studiosi e gli oratori, la Camera (di Commercio) necessiterà di uno staff di avvocati altamente competenti. In situazioni speciali, questo staff dovrebbe essere autorizzato ad ingaggiare, per apparire come consigliere amico nella Corte Suprema, avvocati di reputazione e fama nazionale. La più grande cura dovrebbe essere esercitata nella selezione di casi nei quali partecipare, o nel caso di istruire. Ma l'occasione merita lo sforzo necessario.
Il Potere Trascurato degli Azionisti
Il componente medio del pubblico pensa al “business” come una entità aziendale impersonale, posseduta da gente molto ricca e gestita da dirigenti sovra-pagati. C'è un quasi totale fallimento nel riconoscere che il “business”, attualmente, abbraccia in un modo o nell'altro, la maggior parte degli americani. Quelli per cui il business fornisce un lavoro, costituiscono una classe abbastanza ovvia. Ma 20 milioni di azionisti, la maggioranza dei quali sono di modeste dimensioni, sono i reali detentori, i reali imprenditori, i veri capitalisti del nostro sistema. Essi forniscono il capitale che alimenta il sistema economico che ha prodotto il più alto standard di vita in tutta la storia. E ancora gli azionisti sono stati inefficaci, come i dirigenti aziendali, nella promozione di una genuina comprensione del nostro sistema o nell'esercizio di influenza politica.
La domanda che richiede un approfondito esame è come possa essere il peso e l'influenza degli azionisti, 20 milioni di votanti, mobilitato per sostenere (i) un programma educativo e (ii) un programma di azione politica.
Alle singole aziende è richiesto oggi di fare numerosi rapporti agli azionisti. Molte di queste (aziende) hanno inoltre costose “pubblicazioni” che vengono distribuite ad impiegati e azionisti. Queste opportunità di comunicare possono essere usate in maniera molto più efficiente come mezzo educativo.
L'azienda stessa deve dare prova di moderazione nell'intraprendere una azione politica e deve, di sicuro, completamente rispettare le leggi. Ma non è fattibile, attraverso un affiliato della Camera (di Commercio) o altrimenti, istituire una organizzazione nazionale di azionisti americani e dare loro abbastanza potere da essere influenti?
Un Atteggiamento Più Aggressivo
Gli interessi del business, specialmente del grande business e le loro organizzazioni nazionali di commercio, hanno provato a mantenere un basso profilo, specialmente rispetto all'azione politica.
Come suggerito nell'articolo del Wall Street Journal, è piuttosto caratteristico della media dei dirigenti aziendali essere tolleranti, almeno in pubblico, con quelli che attaccano le loro aziende e il sistema. Pochi imprenditori o organizzazioni delle imprese hanno risposto a tono. C'è stata una predisposizione a placare, ad avvertire l'opposizione che si voleva un compromesso, o come sarebbe stato possibile farla svanire in tempo utile.
Il business ha deviato il confronto politico. Il business, abbastanza comprensibilmente, è stato respinto dalla molteplicità di domande non negoziabili fatte costantemente da gruppi di tutti i tipi.
Mentre non sarebbe interesse del business responsabile, e nemmeno della Camera di Commercio degli Stati Uniti, intraprendere tattiche irresponsabili di alcuni gruppi di pressione, è essenziale che gli oratori a favore del sistema d'impresa, a tutti i livelli e ad ogni opportunità, siano molto più aggressivi che in passato.
Non ci devono essere esitazioni nell’attaccare i Nader, i Marcuse e altri che apertamente cercano di distruggere il sistema. Non ci dovrebbe essere la minima esitazione a fare pressione vigorosamente in tutte le arene politiche per sostenere il sistema d'impresa. Né ci dovrebbe essere riluttanza a penalizzare politicamente quelli che vi si oppongono.
Sotto questo aspetto molte lezioni posso essere apprese dai lavoratori organizzati. Il capo della AFL-CIO può non apparire agli imprenditori come il più accattivante od orientato al pubblico dei cittadini. Eppure, per molti anni i capi dei sindacati hanno fatto quello per cui erano pagati molto efficacemente. Possono non essere amati, ma sono stati rispettati, dove comunicano di più, dai politici, nelle università, e sui media.
È tempo per il business americano, che ha dimostrato la più grande capacità in tutta la storia di produrre e di influenzare le decisioni dei consumatori, di applicare il loro grande talento vigorosamente alla preservazione del sistema stesso.
Il Costo
Il tipo di programma descritto sopra (che include un'ampia combinazione di base di educazione e azione politica), se intrapreso a lungo termine e con uno staff adeguato, richiederebbe il più generoso sostegno finanziario delle aziende americane mai ricevuto. Sarebbe inoltre richiesta la partecipazione ad alti livelli negli affari della Camera (di Commercio).
Lo staff della Camera (di Commercio) dovrebbe essere potenziato significativamente, e mantenuto perseguendo la massima qualità. I salari dovrebbero essere ai livelli di quelli pagati ai dirigenti chiave e dei più prestigiosi membri della facoltà. Dovrebbero essere reclutati professionisti dalle grandi abilità nella pubblicità e nel lavorare nei media, oratori, avvocati e altri specialisti.
È possibile che l'organizzazione della Camera (di Commercio) stessa potrebbe beneficiare dalla ricostruzione. Per esempio come suggerito dalle esperienze dei sindacati, l'ufficio di Presidenza della Camera (di Commercio) potrebbe essere una posizione di carriera full - time. Per assicurare la massima efficacia e la continuità, il capo dell'ufficio esecutivo della Camera (di Commercio) non dovrebbe cambiare ogni anno. Le funzioni ora in larga parte svolte dal consiglio potrebbero essere trasferite ad un presidente del consiglio dei soci, annualmente eletto tra i soci. La direzione, ovviamente, continuerà ad esercitare politiche di controllo.
Il Controllo della Qualità è Essenziale
Ingredienti essenziali dell'intero programma deve essere la responsabilità e il “controllo di qualità”. Le pubblicazioni, gli articoli, i discorsi, i programmi dei media, la pubblicità, le pratiche nelle Corti, e le apparizioni prima dei comitati legislativi, tutto deve essere conforme ai più elevati standard di accuratezza e di eccellenza professionale. Devono meritarsi il massimo rispetto per il loro livello di pubblica responsabilità e di scolarizzazione, sia che si sia d'accordo sotto i punti di vista o meno.
Rapporto con la Libertà
La minaccia al sistema d'impresa non è solamente un problema d'economia. È anche una minaccia alla libertà individuale.
È questa una grande verità, ora sommersa dalla retorica della nuova sinistra e di molti liberali, che deve essere riaffermata, se questo programma deve avere un significato.
Sembra esserci scarsa consapevolezza che la sola alternativa alla libera impresa sono vari gradi di regolamentazioni burocratiche delle libertà individuali, che variano da un moderato socialismo al tallone di ferro delle dittature di destra o di sinistra.
Noi in America ci siamo già spostati molto in avanti per certi aspetti, rispetto ad uno stato socialista, come se i bisogni e le complessità una società largamente urbana richiedessero tipi di regolazioni e di controllo che prima non erano necessari. In alcune aree, come la regolamentazione e il controllo, hanno compromesso seriamente sia la libertà di business che dei lavoratori, oltreché quello del pubblico in generale. Ma la maggior parte delle libertà rimane: la proprietà privata, i profitti privati, i sindacati, la contrattazione collettiva, la scelta dei consumatori, e l'economia di mercato nel quale la competizione largamente determina i prezzi, la qualità e la varietà dei beni e dei servizi forniti ai consumatori.
Oltre questo attacco ideologico al sistema stesso (discusso in questa relazione), i suoi elementi essenziali sono minacciati da una tassazione iniqua e, più recentemente, dall'inflazione la quale sembra essere incontrollabile. [19] Ma qualunque possa essere la causa della diminuzione della libertà economica, la verità è che la libertà come concetto è indivisibile. Come dimostrano le esperienze degli stati socialisti e totalitari, la contrazione e la negazione della libertà economica è seguita inevitabilmente dalle restrizioni governative sugli altri diritti cui siamo legati. È questo il messaggio, soprattutto, che deve essere portato nelle case di tutto il popolo americano.
Conclusioni
È appena necessario dire che i punti di vista espressi sopra sono sperimentali e indicativi. Il primo passo dovrebbe essere uno studio approfondito. Ma questo sarebbe un futile esercizio a meno che Il Consiglio di Amministrazione della Camera (di Commercio) non accetti le fondamentali premesse di questo studio, ossia che il sistema di business e di impresa sono in grossi guai e che l'ora è tarda.
NOTE:
[1] Istituto di ricerca statunitense, con sede a Washington, uno dei think tank storici della politica americana, voluto da Ronald Reagan per supportare il background teorico delle sue politiche economiche. Successivamente la fondazione è passata nelle mani di Jim DeMint, senatore Usa per il partito repubblicano dal 2005 al 2013. Animatore del Tea Party insieme a Sarah Palin, DeMint ha trasformato profondamente la creatura originaria di Reagan ponendola sotto il controllo di Heritage Action for America, il braccio politico della fondazione, utilizzato per la mobilitazione repubblicana, per contrastare l’amministrazione Obama. Secondo alcuni commentatori tutto ciò ha coinciso con una perdita di integrità intellettuale e influenza nel dibattito accademico. (Fonte: Blog Massimo Mucchetti).
[2] Fondata nel 1977 dal milionario Antony Fisher e dall'avvocato William Casey, futuro direttore della CIA, con il nome di ICEPS (International Center for Economic Policy Studies) a New York. Negli anni '80 l'organizzazione cambiò il nome in Manhattan Institute, con lo scopo primario di aggregare l'élite intellettuale di New York, per appoggiare le politiche di Reagan. I neoconservatori sotto Ronald Reagan e George W. Bush, cercarono di sviluppare un arsenale ideologico per legittimare la desiderata distruzione dello stato sociale. Il ruolo del Manhattan Institute era di fornire ufficialmente questa ideologia liberale-conservatrice che si basava su una curiosa mescolanza di anticipazioni pseudo-economiche e sociologiche, come si evince in una delle prime opere pubblicate dall'Istituto, firmate da George Gilder. (Fonte: Voltairenet.org)
[3] Prodotto ibrido della rivoluzione hippie del ‘68 e delle teorie reazionarie di Friedrich von Hayek, il Cato Institute è passato dalla promozione della libertà sessuale e dalla liberalizzazione della marijuana, alla difesa degli interessi delle multinazionali nei confronti degli ecologisti. In particolare si è concentrato sulla distruzione dello Stato sociale e, soprattutto, sulla privatizzazione completa delle pensioni. Uno dei suoi responsabili, il vecchio ministro fascista cileno Jose Pinera, ha ispirato la riforma assunta da Gorge W. Bush come obiettivo primario del suo secondo mandato. (Fonte: Voltairenet.org)
[4] Citizens for a Sound Economy (Cittadini per un’economia stabile) propaganda la riduzione della spesa sociale ed è finanziata dalle imprese transnazionali. Mira ad una diminuzione delle prestazioni sociali, che in ultima istanza andrebbe a danneggiare i ceti deboli. (Fonte: Gennaro Fioretti – Università degli Studi di Napoli).
[5] Tra gli attuali membri della Trilaterale troviamo Mario Draghi, Mario Monti, Enrico Letta, Giorgio Napolitano.
[6] Variamente chiamato: il “sistema di libera impresa”, “capitalismo” e “sistema del profitto.” Il sistema politico americano della democrazia sotto la guida della legge è anch’esso sotto attacco, spesso dagli stessi individui e dalle stesse organizzazioni che cercano di minare il sistema d’impresa.
[7] Richmond News Leader, 8 Giugno 1970. Editoriale di William F. Buckley, Jr
[8] N.Y. Times Service, articolo, ristampato dal Richmond Times-Dispatch, 17 Maggio 1971
[9] Stewart Alsop, Yale e il Pericolo Mortale, Neewsweek, 18 Maggio 1970
[10] Editoriale, Richmond Times-Dispatch, 7 Luglio 1971
[11] Dr Milton Friedman, Professore di Economia, nella prefazione alla lezione del Dr. Arthur A. Shenfield al Rockford College intitolata “La Guerra Ideologica Contro la Società Occidentale”, copyright 1970 del Rockford College.
[12] Fortune. Maggio 1971, p. 145. Analisi di Fortune sull’influenza di Nader: citazione della visita di Nader ad un college dove è stato pagato $2500 per “denunciare le grandi aziende americane con un linguaggio velenoso... portando a (travolgenti e spontanei) scoppi d’applausi” quando gli è stato chiesto se avesse intenzione di correre per la presidenza.
[13] The Washington Post, Column of William Raspberry, June 28, 1971.
[14] Jeffrey St. John, The Wall Street journal, 21 Maggio 1971.
[15] Barronʼs National Business and Financial Weekly, “La Rottura Totale con lʼAmerica, Quinta Conferenza Annuale degli Studiosi Socialisti.” 15 Settembre 1969.
[16] In molti campus la libertà di parola è stata negata a coloro che esprimano punti di vista moderati o conservatori.
[17] È stimato che i telegiornali serali dei vari network raggiungano ogni giorno qualcosa come 50 milioni di americani.
[18] Un esempio di un tipo di articolo che non può rimanere senza risposta è apparso sul popolare “The New York” il 19 luglio 1971. Questo era intitolato “Un manifesto populista”, dell'ultra liberale Jack Newfield, che sostiene che “la necessità alla radice del nostro paese è quella di ridistribuire la ricchezza”.
[19] Il recente “blocco” dei prezzi e dei salari può ben essere giustificato dalla corrente crisi inflazionaria. Ma se imposto come misura permanente il sistema d’impresa avrà subito un colpo quasi mortale.
Bibliografia
http://reclaimdemocracy.org/
Paolo Barnard - Ecco come morimmo
Noam Chomsky - Le dieci leggi del potere
Luciano Gallino - Il colpo di stato di banche e governi
Giulietto Chiesa - È arrivata la bufera
Giuseppe Trizzino - Così oscuro l'inganno dell'uomo
Archivio follow-up al memorandum Powell:
http://law2.wlu.edu/deptimages/Powell%20Archives/PowellSpeechResearchAOFESMemo.pdf